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Fallimento e protesto, una diversità poco chiara

Fallimento e protesto una diversità poco chiara

I protestati e i falliti sono soggetti che hanno avuto una difficoltà imprenditoriale nel proprio percorso lavorativo. Il protestato è arrivato ad essere iscritto nel registro dei protesti e potrebbe essere arrivato anche a diventare fallito, ovvero ad essere stato costretto a dichiarare il fallimento della propria attività. Per questi tipi di soggetti non è facile proseguire nella quotidianità e nella vita lavorativa, che molto spesso è ferma, bloccata o nella peggiori delle ipotesi chiusa. Una volta arrivati a questa situazione si dovrà lavorare per riuscire ad emergere e tornare ad operare il prima possibile.

Essere dichiarati falliti

Un soggetto dichiarato fallito è colui che ha ricevuto nei suoi confronti una sentenza dichiarativa di fallimento, che viene trasmessa al tribunale e resa pubblica a tutti i soggetti e persone che sono interessate per un qualsiasi motivo a venire a conoscenza di questa situazione, anche banche e imprese creditizie. Quando questa procedura è stata avviata, per la persona presa in causa non c’è alcuna possibilità di reclamo o ricorso.

Registro protesti e albo falliti

Nel 2006 è stata abrogata la norma che prevedeva la presenza di un registro dei falliti, un albo vero e proprio in cui si trovavano tutte le generalità dei soggetti vittime di fallimento. Ad oggi questo non esiste per riuscire a dare una mano al recupero post fallimento in modo che non si tenga tracciabilità e che gli effetti del fallimento cessino con la chiusura del fallimento. Può succedere che un soggetto continui ad essere catalogato come fallito per la presenza e l’iscrizione in una serie di banche dati dove è praticamente impossibile uscire e che comporta difficoltà nel rapportarsi con banche e similari. Questa situazione si verifica allo stesso modo per i soggetti protestati, dove le informazioni pubbliche rendono la propria vita difficile da riprendere in mano. Il registro dei protesti invece continua a persistere nella sua esistenza, viene detenuta dalla Centrale Allarme Interbancaria, il CAI. Questa situazione non comporta solo ripercussioni nella riabilitazione sociale e lavorativa ma numerose incombenze economiche. Il protestato non solo deve pagare quanto dovuto per essere cancellato dal registro nel quale resterà comunque per cinque anni, ma dovrà procedere anche gli interessi di mora, le spese di iscrizione e di gestione del registro e una penale pari al 10 % di quanto dovuto.

Differenza tra protestato e fallito

Il fallimento può essere il futuro di un protesto. Questo accade perché un protestato nella sua situazione si può trovare in difficoltà, tanto da percorrere quella via che lo porta ad essere fallito. Il fallimento non è altro che il momento in cui si procede in maniera concorsuale per riuscire a soddisfare i creditori del soggetto protestato e o debitore liquidando il patrimonio dell’imprenditore stesso. La procedura fallimentare di liquidazione coinvolge sia l’imprenditore commerciale che risponde con tutto il suo patrimonio al quale si accede per scaglioni, e tutti i suoi creditori. Prima di tutto va appurato lo stato di insolvenza del debitore per poi accertare i crediti presi in causa per poter procedere infine alla loro liquidazione tenendo in considerazione le loro cause di prelazione, andando per priorità. Ovviamente è possibile evitare tale situazione trovando un accordo con i creditori ma non sempre questo si viene a verificare, soprattutto per la poca credibilità che l’imprenditore ha sul proprio conto essendo arrivato a questa situazione.