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Protesto Cambiario: evitare il pignoramento

Protesto Cambiario: evitare il pignoramento

Nel momento in cui la cambiale viene protestata, il debitore si vede addossare un bel problema dato che il creditore, ovvero colui che aspetta il pagamento, sicuramente per far valere i propri diritti si affretterà ad agire affidandosi ad un Ufficiale Giudiziario che provvederà a levare il protesto trasformandolo in atto pubblico. Entrando a far parte del registro informatico dei protesti inizia un percorso sia per il creditore che per il debitore, che hanno tempo 10 giorni, ovvero il lasso che intercorre tra la levata di protesto e l’iscrizione nel registro, per poter trovare un accordo e bloccare così il decorso del protesto e tutte le conseguenze ad esso associate.

Chiedere la Cancellazione dall’Elenco dei Protesti

Ovviamente, come spesso abbiamo fatto presente, il protesto cambiario può essere cancellato se la cambiale viene pagata entro 12 mesi dall’iscrizione nel registro, presentando apposita domanda alla Camera di Commercio di competenza. Se la richiesta non viene accolta, il debitore può comunque procedere cercando di fare un ricorso tramite una procedura differente, rivolgendosi al Giudice di Pace del Tribunale competente in base alla residenza. Se passa un anno dalla registrazione, poi non è più possibile fare richiesta di cancellazione ma bisognerà prima ottenere la riabilitazione, sempre passando per il tribunale.

Evitare il Protesto per una cambiale non pagata

Il debitore, si troverà una strada tutta in salita dopo la levata di un protesto dato che si vedrà chiudere numerose porte che vanno dall’ambito lavorativo a quello personale, quindi poter evitare questa situazione è di notevole interesse. I dieci giorni di intervallo tra la levata e l’iscrizione nel registro sono fondamentali dato che la situazione può essere modificata, sia per evitare il proseguimento della procedura, sia per trovare un accordo con il creditore. Una soluzione per ovviare alla situazione può essere anche quella di rinnovare la scadenza della cambiale, cambiando semplicemente la data. Un altro tipo di accordo potrebbe essere quello di pagare solo una parte dell’importo dovuto e proporre di adempiere alla differenza dopo qualche tempo con l’aggiunta degli interessi di riferimento. Qualsiasi sia la modalità, trovare una via alternativa è un vantaggio sia per il creditore che per il debitore.

Riuscire ad evitare il Pignoramento

Purtroppo la cambiale è un titolo in cui è annotata una promessa di pagamento, e alla scadenza tale pagamento deve necessariamente avvenire. L’accordo tra i soggetti è fondamentale dato che per procedere al pignoramento non sono necessarie sentenze o decreti vari. Anche se il debitore si oppone a tale soluzione, l’unica cosa che potrà ottenere è l’allungamento dei tempi di esecuzione dato che prima o poi il pignoramento sarà esecutivo e come accade spesso è una delle poche soluzioni che si possono trovare in queste situazioni. Trovare un intesa è abbastanza fondamentale anche dalla parte del creditore che in questo modo non dovrà vedersi allungare troppo i tempi per recuperare quello che gli spetta. Inoltre si va a risparmiare anche su tutti costi legati alla burocrazia, infatti anche se questo comporta un adempimento parecchio dilazionato nel tempo, è sempre consigliato per non ricorrere a soluzioni estreme.

Note del pignoramento

Il pignoramento serve proprio a risarcire il creditore del mancato pagamento, perciò i primi beni che si andranno a toccare saranno proprio quelli monetari. Conti bancari, postali, risparmi o contanti. Subito dopo si accederà ai beni materiali dando precedenza a quelli più facili da convertire in denaro come ad esemio i gioielli, l’oro in particolar modo, eccetto quelli che hanno un valore affettivo come la fede nuziale.  Successivamente si passa a complementi di arredo, partendo da quelli con più valore. Ovviamente non si andranno a toccare abiti, beni necessari, quelli dedicati al culto o alla religione e affetti personali che non siano di prestigio ma potranno essere pignorati gli oggetti tecnologici come tablet, computer, smartphone ecc. dato che sono di facile rivendita, a meno che questi non vengano utilizzati per scopi lavorativi.