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NPL (No Performing Loans): cosa sono i crediti deteriorati?

Spesso definiti crediti deteriorati, i No Performing Loans o NPL sono talmente diffusi in Europa e in Italia da essere diventati una disciplina specifica della Finanza. Ci sono agenti di credito e agenzie intere che si occupano di questo ambito, e addirittura sono state fatte delle proposte di legge per normare la loro gestione in Italia. Ma andiamo per gradi: gli NPL cosa sono?

NPL cosa sono?

Quando richiedi un finanziamento (loan in inglese) come soggetto privato o come azienda, ti impegni a rispettare determinati accordi sulla cifra da restituire, la periodicità delle rate e il tasso di interesse. Può capitare però che la tua situazione finanziaria o quella della tua attività vadano a deteriorarsi per perdita di clienti, spese impreviste, mancato controllo sul bilancio e che quindi tu non restituisca in tempo il prestito. In questo caso si possono verificare diverse situazioni, dai semplici ritardi di pagamento ai crediti in sofferenza.

PD (Past Due) ovvero Esposizioni Scadute

Rientri in questa casistica se hai superato la data in cui avresti dovuto pagare una rata di più di 90 giorni. Non è detto comunque che tu non riesca a pagarla in seguito, estinguendo così il debito.

UTP (Unlikely To Pay) cioè Inadempienze Probabili

La data di pagamento della rata è passata, i 90 giorni anche e la banca, valutando la tua situazione finanziaria, considera improbabile che tu possa adempiere a pagare il debito. 

NPL (Non Performing Loans): i crediti deteriorati

Questa è la situazione in cui la banca, valutando la situazione finanziaria del debitore (che sia una persona fisica o un’azienda) si rende conto che il credito non potrà essere riscosso. Insomma, che tu sei in una tale sofferenza finanziaria da non poter estinguere il debito. 

L’impatto dei crediti in sofferenza sull’economia

Capirai che se una banca ha molti No Performing Loans, ovvero prestiti, mutui o altri finanziamenti che non vengono pagati con regolarità, l’istituto comincia a scricchiolare. Ben presto la banca non avrà la possibilità di concedere prestiti o mutui ad altri suoi clienti. Se la stessa situazione coinvolge molte banche, è l’intero sistema economico a subirne gli svantaggi. Si conta che in Italia, secondo una stima del 2017, l’ammontare dei crediti deteriorati era pari a 297 miliardi. 

Per questo motivo sono state portate avanti delle proposte di legge, non ancora approvate, definite “Disposizioni per favorire la definizione transattiva delle posizioni debitorie classificate come crediti in sofferenza o inadempienza probabile”. Queste disposizioni sono viste con preoccupazione dalle banche e dagli enti cedenti. Porterebbero infatti a un prolungato periodo di incertezza, durante il quale il debitore potrebbe saldare gli NPL ma l’ente creditizio resterebbe senza liquidità. 

Cosa fare se hai dei crediti non performing oppure dei debiti

Se ti trovi dalla parte di chi ha sottoscritto un debito e non ha potuto saldarlo, la banca (o qualsiasi altro ente che abbia effettuato il prestito) ha la possibilità di rivolgersi al recupero crediti deteriorati. Questo ti mette in una cattiva posizione non solo con quell’ente creditizio, ma anche con tutti gli altri che si trovano sul territorio italiano. Vieni infatti inserito nella lista dei cattivi pagatori. 

Come forse saprai, ottenere la riabilitazione dopo un protesto è possibile, anche se ti mette comunque in una situazione di incertezza per lunghi periodi in quanto potresti incontrare difficoltà, per esempio, nell’apertura di un conto corrente o nell’ottenere una carta di credito per il noleggio auto o altri scopi.

D’altra parte chi si trova nella posizione opposta, ovvero ha una banca o un ente creditizio sommerso da non-perfoming loans ha la possibilità di correre ai ripari. In fase di UTP (quella che precede i crediti in sofferenza) è possibile vendere o cedere il credito deteriorato. Questo vuol dire che un’azienda terza (solitamente una società di recupero crediti) otterrà l’onere di occuparsi della situazione e riceverà la liquidità e gli eventuali interessi quando il debitore potrà saldare il debito. Questo vale anche per il credito inesigibile.

Quando un credito diventa inesigibile?

Il credito deteriorato diventa inesigibile quando la banca o l’ente creditizio non ha alcuna possibilità di ottenere quanto gli spetta. Per esempio, questo può succedere se la tua impresa che ha richiesto un prestito va in fallimento o se una persona diventa nullatenente. Si tratta però di una definizione che vale solo per cifre modeste. Nello specifico, secondo la legge n. 134/2012 un credito diventa inesigibile quando: 

  • è scaduto da almeno 6 mesi; 
  •  ha un importo fino a 2.500 euro per le imprese che fatturano fino a 150 milioni di euro;

ha un importo di 5.000 euro per quelle che invece fatturano di più.

Come evitare gli NPL, crediti deteriorati

Abbiamo capito fin qui cosa sono i crediti in sofferenza e come possono avere un impatto negativo sia sul debitore che sul creditore, e addirittura sull’intero sistema economico. La scelta di proporre leggi che garantiscano maggiori tutele per i creditori mentre ai debitori viene dato lo spazio e il tempo per saldare i debiti è un ottima strada, ma richiede tempo. Intanto cosa si può fare per evitare un non performing loan?

Sia da parte di chi chiede il prestito, sia da parte di chi lo eroga, è possibile prendere delle misure per evitare di arrivare ai crediti in sofferenza. Un’analisi accurata delle proprie possibilità economiche e un forecast delle entrate e delle uscite dei prossimi mesi e anni permette a chi richiede liquidità di non eccedere la somma che potrà ripagare senza incorrere nel recupero crediti deteriorati. Oggi quella degli NPL – Non Performing Loans è una vera e propria disciplina della finanza. Consulenti specializzati possono aiutare le aziende, i liberi professionisti e le istituzioni a non arrivare a situazioni di sofferenza.