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I protestati: un problema sociale con molti pregiudizi

Il protesto è un atto pubblico che serve a confermare il mancato pagamento di un titolo di credito: attraverso questo atto, il pubblico ufficio chiamato ad accertare la situazione delibererà il protesto.

Tali enti abilitati a levare protesti possono essere notai, uffici giudiziari, i competenti della banca d’Italia o anche i segretari comunali. Quando non si è in grado di far fronte ad una promessa di pagamento, come una cambiale, un assegno bancario o postale, il vaglia, o comunque un debito sotto forma di titolo di credito, il creditore che non vede rispettati tali obblighi nei propri confronti, può sollevare la domanda di protesto.

Nel momento, in cui il protesto viene “levato” spesso viene trascurato l’aspetto umano e sociale che deriva dal fatto che esso è un atto pubblico e quindi potenzialmente chiunque può venire a conoscenza di una specifica situazione economico-finanziaria.

La pubblicità del protesto

La pubblicità del protesto è obbligatoria e un atto dovuto.

Non è molto difficile capire il perché l’amministrazione pubblica si trova ad adempiere a questo obbligo.

Lo scopo è quello di tutelare tutti coloro che in qualche modo hanno, o potranno avere rapporti economici con il soggetto protestato. Tale pubblicità oltre a rendere impossibile l’accesso a qualsiasi tipologia di credito per il protestato, lo posiziona sotto attacco anche da un punto di vista sociale. Ma d’altra parte iscrivere il protestato nell’apposito elenco è d’aiuto per tutti coloro che si devono tutelare in questa situazione.

La lista dei protestati è pubblica e chiunque la può consultare e proprio per questo il protestato si troverà in una situazione di interdizione economico-finanziaria, con la conseguenza che addirittura egli non potrà neppure avere un conto corrente o una carta di credito.

Il legislatore lascia completa discrezione agli istituti di credito se permettere la apertura di un conto corrente e quindi, spesso, le politiche bancarie in questo senso sono piuttosto conservative.

Anche a livello politico si è parlato diverse volte di obbligare le banche a concedere l’apertura del conto corrente anche hai protestati ma non è stato fatto nulla in questo senso.

Numerosi sono stati i tentativi del legislatore di distinguere tra chi è recidivo oppure tra chi dolosamente decide di non pagare i propri fornitori e chi invece si trova in una situazione di indigenza economica per motivi indipendenti dalla propria volontà.

La situazione del protestato

Il protestato, nel momento in cui scatta il protesto e viene quindi reso pubblico il fatto di inadempienza, viene a trovarsi purtroppo etichettato giustamente o ingiustamente come cattivo pagatore, ma non per questo il protestato è una cattiva persona, quindi da evitare.

Quello che spesso non viene considerato è che tutti potrebbero ritrovarsi in una situazione del genere a nessuno piacerebbe essere socialmente allontanato in seguito ad atteggiamenti pregiudiziali. Purtroppo sono molti i fatti che possono sopraggiungere e che quindi ci costringono a evitare dei pagamenti: ciò può succedere per colpe di cattive scelte personali o per un brutto andamento della propria posizione o vita lavorativa.

Difficoltà sociale per il protestato

Spesso si tiene poco conto è che al protestato, molto spesso, viene attribuita un’etichetta di cattivo pagatore non è buon vista da un punto di vista sociale. I pregiudizi che si hanno nei confronti dei soggetti protestati non sono pochi e li spingono sempre di più verso l’emarginazione sociale in quanto non si tiene contoche ciò che può aver causato tale protesto non è sempre così negativo come lo si vede solitamente, dato che sono tanti i motivi che possono aver portato a tale situazione. Il soggetto protestato non è né un ladro né un soggetto pericoloso. Anzi, magari sarà una persona da incoraggiare e sostenere dato che potrebbe trovarsi in una situazione emotiva e psicologica disagiata, oltre a quella economica. Potrebbe anche essere arrivato al punto di non avere più nulla, come i suoi averi cari o addirittura la propria casa.